Arriverà il giorno in cui saremo gli unici superstiti di una battaglia troppo triste per essere raccontata.
Verrà il momento di indossare gli abiti belli,
stirati dal calore di mani che si prendono per non lasciarsi più.
Leveremo gli occhi da terra per guardare le stelle
e racconteremo, a chi non sa alzare lo sguardo,
di quanta pace goda chi sa guardare lontano,
di quanto si accorcino le distanze se si ha voglia di viaggiare.
Tornerà il momento prima di perdersi e saremo pronti a tenerci stretti
con un orecchio a baciare il petto dell’altro a sentirne il cuore nei polsi.
Due modi diversi di ascoltare un miracolo.
Sentiremo l’istante di un saluto come la più calda delle accoglienze
e sulla porta, guardandoci dritti,
sentiremo le stesse parole che ci abitano in bocca:
“benvenuto a casa”.