Ho lasciato le lettere sul comodino, puoi usarle se vuoi.
Forse qualcuna l’ho appoggiata sopra lo specchio, quando mi sono lavato i denti sporchi delle parole che ti ho detto ieri.
Io non sono come te.
Non riesco a far parlare il cuore.
A dire il vero, a volte, non so nemmeno dove cercarlo.
Mi esce tutto dallo stomaco, ma lì c’è un buio cane e non so mai come incollare i discorsi alle intenzioni.
Ripeti sempre che l’amore è luce,
ma io non so dove cazzo sta l’interruttore.
Giro per la stanza, tocco tutto, per farmi un’idea di quello che ho dentro
a piccoli passi, come mi hai detto,
ma becco sempre lo spigolo del letto e allora bestemmio
perché niente va come dovrebbe andare
Come vorrei che andasse.
Tu lo tieni in mano quel coso rosso che batte a sinistra
e alle volte non ti sopporto, lo confesso
perché sei tutto quello che non sono, tutto quello che non potrò essere.
Sei l’interruttore che cerco
Sei lo spigolo morbido del letto
Sei l’ordine delle parole che non ho visto.
Prima di uscire, raccoglile tutte e mettile in borsa
Che lì fuori aspettiamo tutti un pò della tua luce.
Ci vediamo stasera.
Perdonami, se puoi.