Sono un’anima vigile.
Silente fra i tuoi sputi perché ho pietà di te.
Pietà perché non godrai l’amore ma il possesso.
Pietà perché il possesso è da ultimo degli uomini.
Quelli soli, al buio.
Ti credi forte, vestito di sangue, ma sei nudo di vita, spogliato dall’odio.
Ti credi uomo perché pisci in piedi, ma davanti a me in piedi non ci sai stare.
I miei occhi bruciano il tuo cuore di carta
e non c’è acido che cancelli la mia dignità.
Io sono viva come tu non lo sei mai stato.
Io sono Mozart.
Tu, piatti rotti.
Sei convinto di poter rompere ogni cosa,
ma la forza è di chi raccoglie i pezzi e li sa mettere insieme;
è di chi corre controvento con la giacca aperta, di chi si abbronza durante l’eclissi,
di chi va a stile libero nelle rapide.
Tu non sei forte, tu non vivi,
sopravvivi alla tua collera.
Credevi di avermi preso tutto,
ma non ti sei portato via niente.
È tutto ancora qui, davanti a te,
per ricordarti, ogni giorno, ogni minuto, secondo
per l’eternità
che ho vinto io.